Il mare è la nostra grande passione e tra i suoi meravigliosi frutti, non potevamo che includere diversi tipi di ostriche nel nostro menu.
Un frutto di mare sinonimo di eccellenza, che al palato sprigiona il mare in tutta la sua potenza. Ma anche simbolo di eleganza, raffinatezza e passionalità. Delle ostriche se ne parla spesso, senza conoscerne tuttavia il variegato mondo della provenienza, che è poi l’origine del suo peculiare sapore. Ecco, allora, cosa vogliamo raccontarvi oggi: come si ottiene quella conchiglia ruvida all’esterno ed incredibilmente liscia e chiara all’interno? Quali sono i tipi di ostriche e da dove vengono?
La prima cosa da sapere sulle ostriche è che la maggior parte di quelle che troviamo oggi sul mercato sono allevate e non catturate. Ma questo non ne pregiudica la qualità, anzi: l’idea che il pescato sia sempre di maggiore qualità rispetto al pesce allevato è quanto mai errata quando si parla di ostriche. Le migliori specie sono, infatti, allevate secondo le tecniche dell’ostricoltura, una tecnica di acquacoltura praticata oggi in diverse parti del mondo e, inaspettatamente, anche nell’antichità in epoca Romana.
Nei paesi dove viene praticata, l’ostricoltura segue delle tecniche di coltivazione diverse, conferendo al frutto di mare un sapore del tutto unico. Ecco perché molto spesso si usa accomunare il vino alle ostriche, come se i parchi di allevamento fossero dei vigneti.
Da un capo all’altro del mondo, dal Giappone all’Europa, toccando, persino, gli Stati Uniti, è possibile incontrare tanti tipi di ostriche. La distinzione primaria è quella tra ostriche piatte e ostriche concave. Le prime sono quelle più pregiate caratterizzate da un sapore più morbido, le seconde invece denotano un gusto più forte con note salmastre. Le varietà più diffuse in Italia sono quelle degli allevamenti europei provenienti, in primis, da Francia e poi da altri paesi tra cui Irlanda, Inghilterra, Spagna e Olanda, per un totale di 200 specie. Quelle francesi, in particolare, soprattutto della zona settentrionale, sono tra le migliori al mondo. Per questo nella nostra carta dei crudi, troverete la maggior parte di ostriche provenienti proprio da allevamenti francesi.
A noi piace chiamarla così. La nostra carta racchiude diverse proposte per gli amanti dei crudi e delle ostriche. Dal gran plateau di sei esemplari alla selezione di alcune delle migliori specie europee. Come la portata di Fine Binic Papillon: due ostriche concave in abbinamento con un calice di Franciacorta, ideale per chi adora abbinare il sapore del mare alle bollicine.
In alternativa, è possibile ordinare un’ostrica a scelta tra tre tipologie. La prima, la Speciale Utah Beach, è uno dei grand cru dell’ostricoltura francese proveniente dalle fredde coste della Normandia. La conchiglia, robusta e levigata dalle onde e dal vento, racchiude una carne abbondante, croccante, di colore grigio perlato con sfumature tendenti al dorato. In bocca, il gusto si evolve finendo in avvolgenti sentori di nocciola.
La seconda varietà è l’Ostra Regal, un’ostrica che cresce nei campi di allevamento irlandese ma per mano di una famiglia di produttori francese. I Boutrais coltivano le loro specie in Bretagna, ma anche in alcune zone dell’Irlanda. La loro Ostra Regal è un raro esempio di eccellenza. La sua conchiglia, irrobustita dalle acque fredde d’Irlanda, contiene all’interno un liscio e bianco rivestimento madreperlato. Al palato risulta cremosa, zuccherata con una persistenza minerale molto piacevole che la rende ideale per abbinamenti insoliti.
La Royal “David Herve”, invece, prende il nome dal suo rinomato produttore francese. Anche questa varietà proviene dalle fredde coste del mare irlandese e risulta un prodotto molto particolare. La conchiglia forte e spessa racchiude un frutto cremoso, dalle carni generose, ricche di iodio ma anche dolci, vegetali. Il risultato è un gusto quasi selvaggio che sorprende il palato.
E, per finire, una sorpresa dal nostro Chef Kevin: l’ostrica affumicata contenuta nelle “Cinque creazioni di mare” degli antipasti, disponibile solo quando il mare ce lo permette. Sarete così fortunati?
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